Irane Man (il mio iran) – L’Iran oltre il velo
In Iran sono stato due volte, tra il 2016 e il 2017. La prima per viaggiare, la seconda per rivedere i nuovi amici. A loro ho promesso di raccontare l’Iran e la sua gente. Da questa esperienza è nata la mia Scheggia “Irane man” che in Farsi significa “Il mio Iran”.
Non un racconto di viaggio, ma un piccolo viaggio in Iran….oltre il velo.
Sfoglia la mia scheggia sull’Iran; una overview del paese sotto gli aspetti storici, geografici, culturali e altri ancora, in un percorso guidato dalle mie fotografie di viaggio.
Una visione soggettiva, perché frutto della mia personale esperienza di viaggiatore.
Per chi desideri approfondire la conoscenza dell’Iran prima di intraprendervi un viaggio o semplicemente per spirito di conoscenza.
IRANE MAN
Quando ho detto che andavo in Iran mi hanno preso per pazzo. “Ma cosa vai a fare in mezzo alla guerra, ai terroristi…” mi hanno detto tutti.
E invece ho scoperto un popolo allegro, amichevole e accogliente; cammini per strada e fai facilmente amicizia con le persone. Nessuno ti ferma per chiederti soldi o per venderti qualcosa.
Questi ragazzi li ho conosciuti in un ristorante, mi hanno invitato al loro tavolo, offerto il pranzo, scarrozzato la sera in giro per Tehran…e alla fine di tutto, non sono riuscito a tirare fuori nemmeno un rial.
In Iran può capitare che durante una gita in montagna conosci una famiglia che ti invita ad andare con loro. A me durante una passeggiata sui monti Elburz è capitato di incontrare questa famiglia nella quale solo una una donna parlava un ottimo inglese.
Dopo avere scambiato qualche parola hanno chiesto a me e a un ragazzo ungherese di unirmi a loro.
e mi hanno portato a casa dei loro parenti dove abbiamo mangiato tutti insieme
poi dopo avermi portato a visitare i dintorni, mi hanno portato a casa loro, ad Atan, un paesino sperduto tra i monti Alburz
dove mi hanno dato da mangiare e dormire. E quando il mattino dopo sono ripartito, mi hanno pagato il biglietto del bus.
L’immagine qui sotto mostra una delle abitudini degli iraniani: srotolare tappeti davanti alla moschea all’imbrunire e starsene insieme seduti sopra.
Mi porta a parlare di un argomento delicato: Iran e Isis. Ho scelto questa foto perché lo stare seduti insieme sui tappeti mi dà un’idea di pace e spiritualità che si contrappone simbolicamente alla violenza del terrorismo.
L’Iran è un paese sciita, in perenne conflitto col mondo islamico sunnita; gli iraniani sciiti sono quindi un potenziale bersaglio dell’Isis che si ispira invece al Salafismo, corrente di pensiero sunnita. E’ dunque paradossale identificare l’Iran con l’Isis.
In Iran ci sono alcune restrizioni, volute dall’attuale leadership, che molti viaggiatori stranieri non riescono a comprendere e in cui anche parte della popolazione non si riconosce.
Quella più nota è l’obbligo per le donne di portare il velo; ma ve ne sono altre…
Ad esempio in Iran è vietato ballare.
Ma a molti iraniani piace ballare e allora lo fanno lo stesso, lontani da occhi indiscreti: nelle case oppure in posti come questo: il deserto di sale
A me è capitato di ballare su un autobus pieno di iraniani scatenati durante una gita in montagna; con le tende dei finestrini rigorosamente tirate. Ballare assieme a loro nel corridoio dell’autobus, tenendomi da qualche parte per non cadere nelle curve, è stata una esperienza indimenticabile.
Questa è la mappa della mia scheggia sull’Iran a cui ho dato un titolo persiano: Irane Man, cioè Il mio Iran
Non si tratta di un racconto di viaggio, ma di un piccolo viaggio in Iran, visto dai miei occhi di viaggiatore sotto molteplici punti di vista.
Storia
Gli iraniani discendono dall’antico impero persiano di cui nell’immagine qui sotto puoi vederne l’estensione e che intorno al 500 a.C. cercò di invadere la Grecia classica
Furono proprio i greci a chiamare Persia la patria di questo popolo invasore, mentre Iran è il nome originario che significa “Terra degli Ariani”, dove la radice “aria”, deriva dall’indoeuropeo e significa “nobile”. Iran vuol quindi dire. “Terra dei Nobili”. Il Farsi, che è la lingua iraniana è dunque una lingua indoeuropea come la quasi totalità delle lingue che si parlano in europa. Se vuoi farti un’idea di questa vicinanza linguistica, pensa al significato della parola, anch’essa derivante dalla radice –aria, “aristocratico”.
Intorno al 650 la Persia subì l’invasione di popoli arabi che portò nel paese l’Islam. Nell’immagine qui sotto puoi vedere le fasi e l’ampiezza dell’espansione araba.
Dopo gli arabi, però, dall’Iran passarono in tanti, da Gengis Khan a Tamerlano. Per cui identificare gli iraniani con gli arabi è inappropriato.
Non bisogna infatti identificare i popoli di religione musulmana con gli arabi (il cui termine si riferisce agli abitanti della penisola arabica e viene oggi esteso ai popoli di lingua araba.
Insisto su questo punto non perché essere arabi sia una cosa negativa, ma perché gli iraniani non vogliono essere accomunati agli arabi con cui sono in perenne conflitto. E questa è una delle prime cose che ci tengono a sottolineare.
L’anno chiave della storia recente è il 1979, anno della rivoluzione islamica dell’Ayatollah Khomeini, che rappresentava la massima carica religiosa sciita
La rivoluzione, che trovò terreno fertile nel malcontento generalizzato della popolazione, portò alla cacciata della monarchia retta, al momento della rivoluzione, dallo Scià Reza Pahlavi che governava il paese con una politica filo occidentale e che veniva accusato di grande corruzione.
La rivoluzione venne orchestrata da diverse fazioni ostili allo Scià, come ad esempio l’ala conservatrice religiosa del paese, i comunisti e i Kurdi.
Ma quando nel ‘79 scoppiarono i tumulti che portarono alla cacciata dello Scià, Khomeini rientrò dall’esilio in Francia ed islamizzò la rivoluzione, estromettendo tutte le altre componenti; fondò la Repubblica Islamica e la consacrò con un referendum che ottenne il 98,5 % di voti favorevoli
Subito dopo la rivoluzione, che sancì la chiusura dell’Iran nei confronti dell’occidente, l’Iraq di Saddam Hussein invase il paese dando il via alla sanguinosa guerra tra Iran e Iraq
La guerra, che fece tra 500 mila e 1 milione di morti e si concluse otto anni dopo con i confini tra i due stati invariati, venne lasciata fare dalle potenze occidentali. Anzi, gli USA vendettero armi ad entrambi i contendenti, segretamente all’Iran che era considerato un paese nemico.
I proventi della vendita illegale di armi all’Iran vennero utilizzati per sostenere i Contras nella guerra civile in Nicaragua contro il governo Sandinista. Il tutto venne alla luce e passò alla storia con il nome di “Iran gate” o “Iran Contras.
In Iran il ricordo della guerra è ancora molto fresco e ovunque si trovano cartelli come questo che ricordano i ragazzi che hanno lasciato i loro paesi per andare a trovare la morte al fronte.
Subito dopo la guerra Khomeini venne a morire e gli succedette l’Ayatollah Khamenei che tutt’oggi rappresenta la più alta carica politica della teocrazia iraniana.
Venendo dunque all’attualità, oggi in Medioriente è in atto uno scontro non dichiarato tra il blocco dell’Islam sciita, capeggiato proprio dall’Iran e quello Sunnita che fa capo all’Arabia Saudita alleata dell’occidente. La vera posta in gioco è l’egemonia sull’area.
Geografia
L’Iran è uno dei paesi più estesi del medioriente.
Confina con numerosi paesi come puoi desumere dalla mappa politica.
Dal punto di vista fisico vi sono due importanti catene montuose: a nord i monti Elburz le cui pendici settentrionali terminano sul mar Caspio; a ovest i monti Zagros
Queste catene montuose si elevano sull’altopiano iranico dominato da due deserti: il Dasht e Kavir (deserto di sale) e il Dasht e Lut (deserto di sabbia).
Le principali città sorgono proprio sull’altopiano a quote, quindi, piuttosto elevate. Ad esempio Isfahan è a circa 1600 m.
Sull’altopiano il clima è di tipo continentale, con estati torride e inverni freddi. Di inverno le città vengono imbiancate dalla neve.
Il clima diventa via via più caldo scendendo a sud verso il Golfo Persico
Religione
Prima dell’arrivo degli arabi, in Iran si praticava il culto di Zoroastro, prima religione monoteista al mondo.
Ne sono simboli il Faravahar (una figura di sacerdote che si eleva su un corpo di uccello) e il fuoco perenne. Entrambi visibili nei templi Zoroastriani ancora oggi esistenti in alcune aree del paese (ad esempio nella città di Yazd).
Mi è stato fatto notare che l’immagine copertina della mia scheggia sull’Iran ha un qualcosa di natalizio. Ciò ha un suo significato perchè i Re Magi della tradizione cristiana erano sacerdoti Zoroastriani. Il culto di Zoroastro viene praticato ancora oggi in alcune zone del paese.
Ma, a partire dall’arrivo degli arabi ad oggi, la religione che si pratica in Iran è l’Islam sciita che si contrappone da sempre alla maggioranza islamica Sunnita.
Gli sciiti sono interpreti di un Islam più moderato, che deriva da una lettura meno letterale del Corano. Ad esempio gli sciiti entrano in moschea scalzi, ma senza prima lavarsi i piedi come fanno invece i sunniti.
La moschea è il luogo di culto per eccellenza, ed è chiaramente fatta per stupire. Alcune di loro, infatti, sono veramente maestose e bellissime.
Oltre che luogo di preghiera, la moschea è anche luogo di ritrovo o di rilassamento; elemento che la contraddistingue dalle Chiese Cristiane, dove generalmente si entra solo per ascoltare la celebrazione religiosa o per pregare.
Davanti alle moschee più importanti, all’imbrunire vengono stesi dei tappeti sui quali vengono a sedersi i fedeli che si radunano davanti la moschea per passare la serata.
Alcune moschee sono anche luoghi di pellegrinaggio, per cui proprio in prossimità dell’ingresso, si possono vedere le tende dei pellegrini
I sacerdoti del clero sciita sono i Mullah, facilmente riconoscibili dalla tunica e dal caratteristico turbante.
Società
La religione influenza in modo importante la società e proprio dalla religione derivano una serie di obblighi e divieti voluti dall’attuale leadership.
Ho scelto di mostrare la foto qui sotto perchè ad esempio in Iran sarebbe vietato tenersi per mano.
Ma da qualche tempo è tollerato che marito che moglie lo facciano, mentre sono vietatissime le effusioni in pubblico.
Ma anche meno…ad esempio in Iran uomini e donne si salutano senza toccarsi; il bacio sulla guancia, tipico dei paesi occidentali, è impensabile e anche la stretta di mano non è cosi frequente. Una donna che stringe la mano ad un uomo con cui non ha particolare confidenza può dare l’idea di una donna sessualmente disponibile.
Ecco un elenco di altri obblighi o divieti; alcuni valgono solo per le donne, altri per tutti
Per le donne:
Obbligo di portare il velo; è sufficiente lo hijab che è un foulard che copre i capelli.
Obbligo di indossare vestiti larghi che dissimulino le forme del corpo; (per l’uomo obbligatori i pantaloni lunghi)
Divieto di cantare
Divieto di andare in bicicletta
Divieto di andare allo stadio (da vedere il film “Offside” del regista iraniano Jafar Panahi)
per tutti:
Vietato ballare (gli uomini possono ballare nelle celebrazioni religiose)
Vietata la musica non approvata dal governo
Vietati i social
Vietate l’omosessualità, l’alcool, e le droghe
Ho visto un paese spaccato tra un’anima più moderna di chi, pur essendo religioso, mal sopporta queste restrizioni e un’anima più conservatrice di chi invece le sente facenti parte della propria tradizione e se ne riconosce.
Vi sono donne che vestono al limite di ciò che è tollerato: portano il velo molto arretrato in modo da lasciar vedere sempre di più i capelli e, sotto i vestiti larghi, indossano jeans aderenti.
Altre invece indossano il chador, che è l’abito tradizionale che ricopre interamente il corpo e che va ben oltre il semplice hijab sui capelli.
Questa foto, scattata al Bazar di Tehran, e che ritrae i jeans aderenti esposti a fianco dei Chador, simboleggia questa stretta convivenza tra persone che la pensano in modo diverso.
Durante i miei viaggi ho conosciuto entrambe le tipologie di persone e ho cercato di capire quanti fossero i “moderni” e quanti i “tradizionalisti”
Ho provato a farlo osservando l’abbigliamento delle donne, identificando come conservatrici le donne che indossavano il Chador.
In realtà ho poi capito che non è cosi semplice farsi un’idea; per esempio infatti sul luogo di lavoro a molte donne è richiesto il Chador o comunque un abbigliamento adeguato.
Ci sono poi regole che vanno oltre i divieti imposti dall’attuale leadership e mi sono sembrate invece fare parte integrante più del tessuto culturale. Riguardano ancora una volta la donna e l’affettività in genere.
Per questo motivo, per parlarne, ho scelto due foto di book fotografici nuziali, scattate al bazar di Tehran
Le ragazze devono vivere in famiglia fino a quando non si sposano, perché genitori e fratelli maschi devono tutelarne la reputazione; poi sarà compito del marito.
E’ quindi inaccettabile che una donna vada a vivere da sola o anche che da sola faccia semplicemente un viaggio.
Le ragazze passano la maggior parte del tempo libero in casa con la famiglia: genitori, fratelli e generalmente in compagnia di zii e cugini.
Per uscire nel tempo libero devono avere il permesso non solo dei genitori, ma anche dei fratelli maschi.
I matrimoni vengono proposti generalmente dalle famiglie e spesso ci si sposa tra cugini.
Non è ammessa la relazione amorosa prima del matrimonio. Uomini e donne possono oggi, specialmente a Tehran, uscire insieme come amici, a condizione di non toccarsi e rimanere in luoghi pubblici. Ma se scatta il fidanzamento allora i futuri sposi non possono più frequentarsi se non in presenza delle famiglie e se ciò avviene lo stesso, può scattare il fermo da parte della polizia.
In realtà le relazioni amorose avvengono lo stesso, ma di nascosto, all’insaputa delle famiglie.
A volte queste regole possono essere infrante anche con il consenso delle famiglie, ma a condizione che non si venga a sapere. La cosa più importante è infatti che nessuno abbia da parlare male.
Da vedere a riguardo il film “Il cliente” del regista iraniano Asghar Farhadi
Cucina
Ho trovato molta differenza tra cibo di strada e cucina domestica.
In giro si trovano tantissimi fast food dove si preparano deliziosi panini.
Il kebab di cui puoi vedere una foto qui sotto, è il piatto tipico iraniano e non ha nulla a che vedere con il kebab turco molto diffuso in Europa; non si trova come in occidente nei fast food, ma viene servito nei ristorantini spartani o nei ristoranti veri e propri.
Nei ristorantini spartani si mangia piuttosto allo stretto, con i tavoli a ridosso della cucina ed un via vai continuo di gente e di camerieri che corrono su e giù. Il pasto viene servito e consumato velocemente; si mangia seduti ai tavoli che spesso vengono anche condivisi tra più avventori. Qui sotto puoi vedere un ristorantino sito nel bazar di Isfahan.
La cosa che di più mi ha colpito è che di ristoranti veri e propri ce ne sono pochi e a volte ho fatto fatica a trovarli. Gli iraniani evidentemente si ritrovano e mangiano soprattutto nelle case private, al riparo da occhi indiscreti.
La cucina domestica è ottima e molto elaborata. Il riso accompagna tutte le pietanze e viene consumato anche con carne o legumi
Nelle case si mangia tutti insieme seduti per terra appoggiando le stoviglie su un telo che copre il tappeto.
Sempre presenti a fine pasto o per spuntini durante la giornata the, datteri e melagrana
Dalle città ai villaggi
Gli elementi ricorrenti del centro delle città iraniane sono: la piazza, le moschea, il caravanserraglio e il bazar
Questa è la piazza Naqsh-e jahàn di Isfahan, la seconda più grande al mondo.
Nella bella stagione la sera si riempie di iraniani che consumano picnic seduti su tappeti.
Il caravanserraglio era in origine la struttura che ospitava le carovane di cammelli;
ora spesso ospita il bazar che è il cuore commerciale della città;
I bazar possono essere enormi e sono suddivisi in settori; quindi non è semplice fare la spesa, perché devi spostarti di molto per trovare le cose e devi sapere dove sono i settori che ti interessano, altrimenti giri a vuoto. Ad esempio a Tehran potresti finire immerso in una zona dove trovi solo fibbie per orologi.
Alcune città ospitano il giardino persiano, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Nella foto ho ripreso quello di Yadz.
Vi sono poi le citta del deserto
che sono dominate dai Badgir (torri del vento) che sono sistemi naturali di raffrescamento delle case:
All’interno le torri sono suddivise in canali fatti in modo che ce ne sia sempre uno esposto al vento, attraverso il quale l’aria fresca entra nella casa e provoca l’uscita di quella calda da un altro canale
Vi sono poi gli Yachchal, dove vengono conservati il ghiaccio e gli alimenti.
Sotto la cupola è incassata nel terreno una enorme vasca fatta di pareti spesse e impermeabili. La vasca è in comunicazione con i canali di adduzione dell’acqua dagli acquiferi e spesso anche con le torri del vento.
Tutte queste opere di climatizzazione funzionano senza l’ausilio di energia elettrica.
Nei villaggi le case più vecchie sono fatte in mattoni crudi, cioè argilla pressata assieme a sabbia, paglia e magari letame, formata a mattone e poi lasciata ad asciugare al sole anziché in forno.
Ci sono infine i villaggi di montagna.
Molto conosciuto Abyaneh, villaggio preislamico, meta di turismo locale e straniero
Sconosciuto invece al turismo, ma bellissimo, Atan il villaggio dove sono stato ospitato, sperduto tra i monti Elburz
Le case sono abbarbicate sul versante in modo che il tetto di una casa fa da terrazzo a quella di sopra.
Viaggiare in Iran
Il mezzo di traporto più utilizzato ed economico è l’autobus. Quelli a lunga percorrenza sono molto efficienti, confortevoli e puliti.
Nel prezzo è sempre incluso il bere ed un piccolo rinfresco.
I bus urbani e suburbani sono invece più sgangherati e hanno una zona riservata alle sole donne; suddivisione invece non presente sugli autobus a lunga percorrenza, dove magari è il bigliettaio che fa spostare le persone.
Molto usato anche il taxi, decisamente economico.
Sulle lunghe tratte facilmente il conducente (non aspettatevi che parli inglese) vi offrirà del the in un bicchiere non proprio immacolato.
E nelle aree di servizio non mancherà la possibilità di rifornirsi di acqua bollente
A Tehran c’è la metropolitana, molto efficiente e con vagoni riservati alle sole donne. All’ingresso delle stazioni non aspettarti di trovare il classico simbolo M
Il mio viaggio
Fai click sul video per vedere la mappa del mio primo viaggio in Iran nel settembre 2016. Nel secondo sono per lo più rimasto a Tehran e Isfahan.
Qui sotto invece il dettaglio giorno per giorno del mio itinerario
1 | sab | Milano Tehran |
2 | dom | Tehran |
3 | lun | Tehran (nord) |
4 | mar | Tehran – Qazvin |
5 | merc | Qazvin – valle Alamut – Atan |
6 | giov | Atan- Qazvin- Isfahan |
7 | ven | Isfahan |
8 | sab | Isfahan – Meybod -Yazd |
9 | dom | Yadz –Khur –oasi di Mesr |
10 | lun | Oasi di Mesr |
11 | mar | Mesr –Khur-salt lake-kashan |
12 | merc | kashan |
13 | giov | Kashan -Qom -kashan |
14 | ven | Kashan-Abyaneh-Freezhand-Tehran |
15 | sab | Tehran – Milano |
I miei video
Il trailer della Scheggia "Irane man"
L'intervista alla radio